Arrampicata

Premessa
La particolare bellezza degli itinerari tracciati sulle pareti intorno al Giacoletti è legata innanzitutto all’ambiente di alta montagna in cui si sviluppano. A pochi minuti dal rifugio si arrampica a 3000 metri di quota su vie di 300 metri di fronte alla parete nord del MonViso sul quale si riescono a distinguere gli alpinisti arrivare in vetta. Il panorama che domina l’immensa pianura del Po spazia dalle Alpi Marittime al Cervino e al Massiccio del Rosa, offrendo scorci incantevoli in tutti i momenti della giornata.
L’esposizione delle vie ad oriente e quindi in pieno sole fin dal suo sorgere permette un’arrampicata mattutina prima che le nebbie, provocate dall’intenso calore della pianura sottostante, salgano a lambire le vette creando un ambiente a dir poco fantomatico. Mentre per chi si attarda nel pomeriggio sarà l’ultimo sole sul Viso a illuminare il cammino.
Ad inizio estate la neve che ancora ricopre le vaste morene sassose e gli stretti couloir crea uno spettacolare ambiente glaciale.
La tipologia a cui appartengono gli itinerari descritti si avvicina a quella che oltr’alpe viene chiamata «Escalade Plaisir» dove al rischio e al pericolo dell’imprevedibilità della via prevale la scoperta e il piacere di arrampicare con maggiore sicurezza su di una «grande voie».
Il percorso di una grande voie è un «Viaggio Verticale» che risveglia l’attenzione, suscita la scoperta, affina la percezione, stimola sia lo spirito che il corpo. Si tagliano i ponti con il mondo in basso, si sale. In sosta, durante i momenti di riposo il paesaggio si fissa profondamente nella memoria più che al termine di ore di contemplazione. Le grandi vie sono una scuola di concentrazione e forse anche una scuola di vita.
Gli itinerari descritti rappresentano solo una parte di quelli esistenti, i restanti rimangono terreno d’avventura per piantare chiodi, incastrare dadi e fiutare la via.

«E’ meglio un chiodo in più che un uomo in meno. Soprattutto quando quest’uomo, sono io» (Georges Livanos)

Sicurezza
L’arrampicata è uno sport pericoloso. Anche nelle palestre artificiali si sono verificati incidenti nonostante siano state prese tutte le precauzioni: nodi sulla corda mal fatti, negligenze dell’assicuratore. 
Il pericolo è evidentemente maggiore sulle vie in alta montagna: repentini cambiamenti del tempo, difficoltà di rientro, sforzo prolungato, complessità dell’itinerario, punti di assicurazione sovente più distanziati che in falesia, cadute di sassi soprattutto se una cordata vi precede.
Oltre all’errore umano e ai pericoli oggettivi, modificazioni delle vie possono aver luogo in modo inopinato (frane oppure disattrezzatura). 
Per questo motivo teniamo a sottolineare che gli arrampicatori sono responsabili delle proprie scelte e decliniamo ogni responsabilità in caso d’incidente sugli itinerari descritti.
Valutate bene il contesto e non esitate a rinunciare, mantenete il vostro senso critico soprattutto nei confronti dell’attrezzatura che può essere stata modificata oppure danneggiata. 
Non affidatevi ad un solo ancoraggio e considerate i nuts come un complemento e non come la base dell’assicurazione. 
Imparate le basilari manovre di soccorso (recupero del secondo, risalita con autobloccanti).
Raccomandiamo, se non avete sufficiente esperienza, di avvicinarsi alle vie in montagna con un amico esperto oppure con l’aiuto di una Guida Alpina.

Arrampicata-Punta-Udine

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