Cresta Perotti

La Cresta Perotti, vista dal rifugio, si staglia contro il cielo a sinistra della punta del Granero e si riconosce nella parte alta per la presenza di due slanciati gendarmi conosciuti come “Torri Doppie”. Elegante e diretta offre scorci a 360° di rara bellezza sul vallone delle Traversette, sul MonViso e su tutta la pianura del Po. Classica via stile “Montagna” è il terreno ideale come scuola per giovani montagnards e per chi, amante della storia, è alla ricerca delle origini dell’Alpinismo. “Da Usseglio venimmo a Crissolo per salire la intatta cresta Est della Venezia e trovammo le Guide Perotti, Giovanni Perotti ci guidò. Lo studio delle pareti rese facile l’ascensione, che pure in certi punti fu la via nuova un pò… visolottiana. La segnaliamo per coloro che, di non breve resistenza, amano affrontare torrioni, placche e creste. Primo merito ai Perotti e poi… a noi, che, senza vanti (è vero fratelli Perotti ?) siamo saliti bene”: queste sono le parole del Professor Caligaris annotate sul libretto di Giovanni dopo la prima salita. Dopo l’esordio sulla vetta del Viso nel 1905 che raggiunge, ad appena 5 anni, nella gerla del padre, il sogno di Papà Claudio “Farina” presto si avvera: Giovanni, poco più che ventenne, viene promosso Guida. Lo scrittore Adolfo Balliano scrive di lui: “Oggi 12 agosto 1922 abbiamo compiuta l’ascensione del Viso per la cresta Est – discesa per la Sud – guidati da Giovanni Perotti la cui abilità, sicurezza e cordialità sono superiori ad ogni elogio. Forse, e senza forse, il Perotti riassume il tipo della guida classica che sulla montagna trovava l’essenza della vita ed anche quella della poesia”. Il fratello Quintino, nato nell’agosto del 1906 proprio al rifugio Quintino Sella ai piedi del Viso, diventerà un’eccellente Guida come il padre, lo zio e il fratello. Per la particolare abilità sulla roccia e sul ghiaccio, i francesi lo soprannominarono “il pipistrello”. Sua, infatti, è la prima salita con un cliente francese di quello che oggi è il “Canale Perotti” sulla Nord del Viso. Su richiesta del proprietario del Grand Hotel fu invitato ad Abriès, nel Queyras, per lanciare questa superba parete visto che là non c’erano uomini che osassero tanto. Tra il 1934 e il 1939 Quintino Perotti compì numerosissime ascensioni sulle montagne del Delfinato, solo sulla Meije salì un centinaio di volte. Con più di 700 salite, diverse compiute per salvare alpinisti in difficoltà, si assicurò il primato assoluto di ascensioni al Viso. 

Autori: Alessandro e Natalia Caligaris, Alberto Milano, Giorgina Vivante con le Guide Giovanni e Quintino Perotti, il 6 agosto 1935

Difficoltà: PD+ 3c max, 3c obbl. Sviluppo 400 m.

Tempo di salita: 3-4 ore

Attrezzatura: Fix 10 mm, piastrine e soste omologate; 2 per ogni sosta e in media da 3 a 5 su ogni tiro. Portare qualche nuts e fettucce. Attrezzata nell’agosto 2009.

Discesa: dal Bivacco seguire gli ometti e i segnavia gialli della via normale fino al Colle del Coulour del Porco, poi il percorso della Ferrata fino al rifugio, un’ora.

Descrizione: dal Giacoletti seguire il primo tratto di sentiero che conduce alla Ferrata poi attraversare interamente l’ampio nevaio o morena alla base della parete della Venezia per risalire il pendio erboso che termina dove ha inizio la cresta, 20 minuti. Targhetta alla base della via.

L1 40m. Superare i primi facili e divertenti risalti della cresta. 3a, 2a

L2 40m. Continuare direttamente sulla cresta e poi a destra sullo spigolo, qualche metro ancora a destra per sostare nella nicchia alla base del diedro. 3a, 2b

L3 40m. Salire il diedro marcato e seguire il filo di cresta sulla destra. 3a

L4 45m. Superare una bella placca compatta e continuare in cresta con divertente arrampicata. 3b, 2c

L5 40m. Spostarsi leggermente a destra per riprendere la cresta, spigolo e placca, e ancora a destra per aggirare un evidente strapiombo. 3b, 2c

L6 45m. Superare direttamente il marcato diedro caratterizzato da un grosso blocco incastrato e raggiunta la cresta seguirla fino alla sosta. 3c, 2c

L7 45m. Salire verso destra per raggiungere la bella cresta formata da gradoni di rocce rosse e in seguito la sosta dietro un grosso spuntone. 3a, 2c, 3b

L8 30m. Passare a sinistra del gendarme e seguire la cresta fino alla base del torrione rossastro e verticale. 3a, 2a

L9 25m. Superare direttamente la prima delle “Torri Doppie” con bella arrampicata e il successivo breve muro verticale, poi ancora una bella placca per raggiungere la sommità del gendarme dove si sosta. 3c, 2b

L10 20m. Scendere srampicando per una decina di metri all’intaglio e, superato un muro verticale e il successivo breve spigolo, raggiungere la vetta del secondo gendarme. 2a, 3c, 2b

L11 30m. Attraversare in leggera discesa per raggiungere l’ultimo punto di sosta sull’evidente colletto alla base della vetta e a pochi minuti dal Bivacco. 2a

In circa 10 minuti per pietraie o residui di nevai si raggiunge il Bivacco e con un breve tratto di arrampicata la croce della Venezia.

Lascia un commento